Il confronto con le performance di Bp, crollata in Borsa dopo il risultato 2015 Roma, 1 mar. (AdnKronos) - Il calo del prezzo del petrolio sta colpendo tutte le più grandi compagnie al mondo. Ma non tutte stanno reagendo nello stesso modo. E l'Eni si sta ritagliando un ruolo che va anche oltre i risultati di bilancio e quelli di Borsa: il gruppo del cane ha sei zampe ha rafforzato la sua leadership internazionale, da una parte, e avviato una profonda trasformazione che lo focalizza sempre di più sul core business oil&gas, dall'altra. La scoperta del più grande giacimento di gas mai rinvenuto nel Mediterraneo, Zohr in Egitto, ha messo la società guidata da Claudio Descalzi al centro della scena in un contesto in rapidissima evoluzione: "è importantissimo per gli equilibri geopolitici di quell'area", ha commentato a caldo, la scorsa estate, il premier Matteo Renzi. Così come le scelte strategiche, che saranno illustrate con la presentazione a Londra a metà marzo, saranno considerate un riferimento per l'intero settore. Il ruolo di 'player internazionale' di Eni è ormai conclamato. Non a caso, Amnesty International e la famiglia di Giulio Regeni , il ricercatore italiano ucciso al Cairo, hanno rivolto un appello proprio all'Eni, convinti che la compagnia abbia la forza per spingere l'Egitto a fare chiarezza sul delitto. E la risposta è stata in linea con attese. Descalzi ha assicurato il massimo sforzo affinché tutta la verità venga fuori. Ed è presumibile che questa presa di posizione possa avere effettivamente un peso per arrivare a fare luce sul giallo internazionale. Altrettanto definita l'impronta impressa da Descalzi per una trasformazione del business. E, in questo senso, il paragone che può rendere la portata del processo in corso può essere fatto con un altro colosso del settore, Bp. La compagnia petrolifera britannica ha archiviato il bilancio dello scorso anno con una perdita netta di 6,48 miliardi di dollari a fronte di un utile netto di 3,78 miliardi del 2014. Si tratta del peggior risultato annuale della sua storia. E il titolo ha reagito male in Borsa con una flessione del 9%. Anche Eni ha chiuso il 2015 con una perdita 'monstre', 8,8 mld. Ma il titolo ha registrato una performance molto positiva - con un rialzo superiore al 5% - grazie alla conferma del dividendo ma anche ai primi report degli analisti che riconoscono come la strategia messa in campo per contrastare il prezzo del petrolio abbia dato i suoi frutti. Due i parametri che evidenziano il percorso diverso di Eni e Bp. Il cash flow operativo di Eni è sceso solo del 15% nell'anno, a fronte di un calo del 41% di quello di Bp. La produzione Oil&gas di Eni è cresciuta del 10%, il doppio rispetto a quanto previsto dallo stesso Descalzi un anno prima. L’anno scorso, Eni è riuscita a rimpiazzare il 148% delle sue riserve di petrolio, lasciando un potenziale produttivo maggiore per i prossimi anni. Al contrario la produzione BP è cresciuta la metà dello scorso anno e la crescita per il 2016 sembra sostanzialmente piatta. Sono dati che evidenziano come Claudio Descalzi abbia migliorato la performance di Eni a monte, a prescindere dal risultato di bilancio su cui vanno a incidere fattori esterni, come la contrazione del prezzo del petrolio e i rischi legati alle aree 'difficili' in cui opera l'Eni. A partire dalla Libia.