Adesca e molesta paziente 13enne, arrestato pediatra a Pavia
Milano, 6 lug. (AdnKronos Salute) - Un pediatra del Policlinico San Matteo di Pavia è stato arrestato questa mattina con l'accusa di molestia su minore. Sul caso indaga la procura pavese, ma intanto l'ospedale ha sospeso il sanitario e ha avviato una procedura disciplinare a suo carico.
L'uomo avrebbe adescato su Facebook una ragazza di 13 anni affetta da una grave malattia gastrointestinale. E l'estate scorsa l'avrebbe molestata con atti sessuali, in occasione di un ricovero della giovane al Policlinico San Matteo dove il medico, 50enne, è dirigente responsabile del Servizio di gastroenterologia del Reparto di pediatria. A Pavia il pediatra è anche dirigente dell'Asp (Azienda servizi alla persona).
A ricostruire la vicenda è una nota della Questura pavese, in cui si riferisce che la squadra mobile ha sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari il sanitario per il reato di violenza sessuale aggravata. "L'arresto - si spiega - è stato eseguito dopo un'indagine protrattasi per parecchi mesi, generata dalla denuncia dei genitori di una 13enne affetta da una grave patologia gastrointestinale insorta qualche anno prima e che la rendono 'persona incapace di svolgere compiti e funzioni proprie della sua età', patologia per la quale era in cura presso il Reparto di gastroenterologia del Policlinico San Matteo, dove veniva sottoposta a una terapia sperimentale".
Proprio nell'ambito di queste cure, che prevedevano ricoveri in regime di Day hospital in Pediatria, "si sarebbero consumati gli abusi sessuali a opera del medico cui la minore era stata affidata e che si occupava della gestione della terapia".
Nello specifico è stato accertato che il pediatra, "dopo una lunga attività di adescamento protrattasi per circa 3 mesi in cui l'uomo, con inequivocabili chat su Facebook intratteneva contatti con la minore, inizialmente si proponeva come medico amichevole conquistando la fiducia" della ragazza, e "poi pian piano ampliava la confidenza, mostrandosi molto interessato e attratto anche fisicamente da lei fino a ad arrivare a colloqui di natura sessuale nei quali si faceva promettere un bacio. In effetti, dopo questa lunga e subdola attività di adescamento, in occasione di un ricovero della giovane paziente risalente alla scorsa estate - prosegue la Questura - il medico, approfittando del fatto che la minore fosse da sola in camera, poneva in essere atti sessuali nei confronti della giovane".
La Questura parla di "baci sulle braccia e sulla bocca su di una minore che, in considerazione del contesto e delle motivazioni pur cui si trovava" in ospedale, "era in balia degli eventi". Le indagini hanno consentito di acquisire "inconfutabili elementi di responsabilità a carico del medico, quali i testi delle chat intercorse con la minore che, interfacciate con i turni di servizio del medico, fornivano oggettivi riscontri sulla veridicità di quanto scritto nei messaggi stessi".
Sono stati inoltre condotti "approfonditi accertamenti tecnici sul computer in uso alla minore", che hanno permesso di "escludere qualsiasi ipotesi di alterazione dei testi, nonché di ricondurre il profilo Facebook" del mittente proprio al dottore.
La minore, spiega la Questura, ha ricostruito "in maniera precisa, logica e coerente gli accadimenti, ben inquadrando lo stato d'animo che l'hanno portata a subire la violenza". Alla luce del "pesante quadro indiziario", si legge ancora, la Procura della Repubblica di Pavia, nella persona del sostituto procuratore Chiara Giuiusa, "ritenendo il medico spiccatamente predisposto a commettere reati della stessa specie, ha ritenuto di richiedere al Gip la misura degli arresti domiciliari". Richiesta accolta "in considerazione dell'attività svolta e del livello culturale dell'indagato che non poteva non conoscere il gravissimo disvalore degli atti compiuti ai danni di una minorenne".
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia, Anna Maria Oddone, conclude la Questura, ha infatti evidenziato come il medico "abbia dimostrato di non avere capacità di autocontrollo", rendendo "concreto e attuale" il rischio di reiterazione del reato. "Lo stesso Gip ha pertanto ritenuto che la misura degli arresti domiciliari, con il divieto di comunicare con qualsiasi modalità con soggetti differenti da quelli che coabitano con l'uomo, possa contenere il rischio di rapporti a contenuto sessuale con minori".
Il Policlinico San Matteo "ha provveduto - comunica l'Irccs - oggi all'immediata sospensione cautelare dal servizio del medico e all'avvio della contestuale procedura disciplinare nei suoi confronti. Il quadro che emerge da quanto è contestato dai giudici della procura di Pavia è di grave rilevanza criminosa e accerta un comportamento odioso, ancor più spregevole perché coinvolge, come vittima, una minore in condizione di fragilità".