Bari, 7 lug. (AdnKronos) - "Assolto perché il fatto non sussiste dopo dieci anni di 'agonia'. Sono esperienze terribili, perché, al di là dei fatti, è la durata del processo che ti destabilizza, ti cambia la vita. Sono cose che non auguri nemmeno al tuo peggior nemico. Per fortuna, però. come si dice, c'è sempre un giudice a Berlino...". A parlare all'Adnkronos è il professor Antonio De Feo, giurista, avvocato di peso, all'epoca dei fatti docente di diritto del Lavoro all'università di Bari con alle spalle decine d'anni di insegnamento, finito coinvolto nel cosiddetto processo "esamopoli" e ora assolto dal Tribunale di Bari "perché il fatto non sussiste". Per altri 23 imputati il Tribunale ha dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione di tutti i reati. "Io ho insistito perché la causa fosse decisa nel merito", sottolinea De Feo, finalmente libero da una vicenda che, spiega, gli ha portato "grande sofferenza" e ha "trasformato" la sua vita. "Non capisco la politica, non capisco chi dice che vuole allungare i tempi della prescrizione, invece di preoccuparsi di accorciare i processi", afferma il professore, finito al centro di una vicenda che non esita a definire "kafkiana", una presunta compravendita di esami alla facoltà di Economia e Commercio dell'Università degli Studi di Bari risalente agli anni 2003-2006. Un'indagine che, evidenzia, "al di là del merito, è stata devastante per i tempi lunghissimi che ci sono voluti a dimostrare la mia totale estraneità ai fatti". "Ho sofferto a livello personale, senza contare il danno di immagine, le occasioni perse...", si sfoga l'avvocato, che aggiunge: "Sono cose che comprende chi le vive... Perché poi anche se tu sai di essere nel giusto, quando ti trovi di fronte ad amici, familiari, clienti non puoi fare a meno di pensare che loro sanno dell'indagine, che si chiedono...". "Io ero molto legato agli studenti, all'università, e tutto questo l'ho perso - racconta De Feo - Certo, è stato bello vedere come tutti mi abbiano sempre ribadito la loro stima in questi lunghi anni, i colleghi, gli studenti. Tanti dei miei vecchi laureati mi vengono a trovare qui a Milano, dove ho messo lo studio, mi sono stati vicini... E' quello che mi è rimasto di una vita passata al servizio dell'università, il patrimonio costruito in 42 anni di lavoro, quello non sono riusciti a distruggerlo".