M5S, inchiesta firme false: indagati a Palermo La Rocca: "Non mi autosospendo"
Palermo, 18 nov. (AdnKronos) - Claudia La Rocca, la deputata regionale siciliana dell'Ars, che ha deciso di collaborare con i magistrati di Palermo nell'inchiesta sulle firme false, autoaccusandosi di avere partecipato alla falsificazione delle liste, non si autosospende dal M5S. Lo ha detto la stessa parlamentare, come apprende l'AdnKronos, a persone a lei vicine. La giovane deputata, dopo essere finita nel registro degli indagati della Procura e nel ciclone mediatico, aveva valutato l'ipotesi di autosospendersi, in attesa della fine dell'indagine. Ma, alla fine, ha deciso di restare nel M5S. "Non mi autosospendo, non capisco come sia stata messa in giro questa voce", avrebbe confidato ai suoi.
Prosegue, intanto, senza sosta, l'indagine della Procura di Palermo, coordinata dal Procuratore aggiunto Dino Petralia e dal pm Claudia Ferrari, sulle firme false in occasione delle amministrative di Palermo del 2012. Tra gli indagati c'è proprio Claudia La Rocca, che era entrata nella stanza di Petralia da testimone e ne è uscita accompagnata dal suo legale, in veste di indagata. Sarebbero una decina gli indagati con l'accusa di violazione del testo unico 570 del 1960. Un reato punibile da due a cinque anni di carcere.
Ed entro la prossima settimana sarà terminata l'istruttoria dei magistrati, come si apprende da ambienti giudiziari, e subito dopo potrebbero iniziare gli interrogatori, anche se non è certo che vengano fatti. Al momento, nessuno dei deputati che risulterebbero coinvolti nella falsificazione delle firme, secondo le testimonianze raccolte, tranne Claudia La Rocca, ha chiesto di essere interrogato dalla Procura.
Sono state sentite anche, ma in Questura, le decine di persone che cinque anni fa avevano firmato le liste. Molte delle quali hanno disconosciuto le proprio firme.