Cyberspionaggio, spiavano politici e istituzioni: 2 arresti a Roma
(AdnKronos) - Grazie a una estesa rete di computer infettati, tramite la diffusione di un malware denominato 'Eyepiramid', da anni acquisivano da numerosissime vittime prescelte notizie riservate, dati sensibili. Non 'vittime qualunque' ma istituzioni e pubbliche amministrazioni, studi professionali, personaggi politici e imprenditori di rilievo nazionale. Quindi soggetti in possesso di informazioni particolarmente sensibili e strategiche, o di particolare valore per chi opera in determinati ambiti finanziari.
Per questo motivo, si legge sulla pagina Facebook della Polizia di Stato 'Una vita da social', sono stati arrestati un ingegnere nucleare di 45 anni e la sorella di 49, entrambi residenti a Londra ma domiciliati a Roma e molto noti nel mondo dell’alta finanza capitolina. I reati contestati sono procacciamento di notizie concernenti la sicurezza dello Stato, accesso abusivo a sistema informatico aggravato ed intercettazione illecita di comunicazioni informatiche o telematiche.
I due provvedimenti di custodia cautelare in carcere sono stati eseguiti nell’ambito di una complessa attività di indagine condotta dal C.N.A.I.P.I.C. (Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche) del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e coordinata dalla Procura della Repubblica di Roma.
L’indagine ha preso le sue mosse dalla segnalazione al C.N.A.I.P.I.C. dell’invio di una mail, indirizzata a un amministratore di rilievo di un’infrastruttura critica nazionale, contenente il malware 'Eyepiramid' (da cui prende anche il nome l'operazione).
Tra gli osservati dall''Occhio della Piramide' gli appartenenti a una loggia massonica, archiviati sotto la sigla 'BROS' (fratelli) in una cartella piazzata in una delle numerose drop zone all’estero. Con la sigla 'POBU' (Politicians Business), invece, venivano catalogati gli esponenti politici target del sodalizio criminale.
L’indagine ha altresì permesso di ricostruire un complesso scenario fatto di 'società a scatole cinesi' nazionali e straniere, usate come paravento per l’acquisizione, in via anonima, di servizi informatici all’estero. E proprio il concreto pericolo di una fuga all’estero degli indagati, titolari di diverse attività fuori confine, ha infatti determinato l’emissione delle misure cautelari.