Roma, 13 gen. -(AdnKronos) - Il giorno dopo le accuse dell'Epa americana contro Fiat Chrysler, anche Renault finisce nel mirino delle autorità per sospetti sulla gestione delle emissioni di alcuni suoi modelli. Questa mattina infatti i media francesi hanno riportato la notizia che su richiesta della procura di Parigi tre magistrati indagheranno su eventuali dispositivi utilizzati dal produttore francese per controllare le emissioni delle sue vetture alimentate a gasolio. Il sospetto è di avere mentito "sulle caratteristiche sostanziali" e i controlli effettuati avrebbero mostrato che tali interventi "hanno reso i prodotti pericolosi per la salute delle persone e degli animali". Immediate le ripercussioni sul titolo Renault che è giunto a perdere fino il 4% e alle 13 quotava intorno a 84 euro con un calo del 3,6% rispetto all'apertura. In realtà, per il costruttore francese è un 'ritorno' sotto i riflettori visto che esattamente un anno fa, il 14 gennaio 2016, la Régie aveva annunciato di avere subìto una prima ispezione della Dgccrf, la direzione per la repressione delle frodi che dipende dal ministero dell'Economia francese, per accertare l'eventuale manomissione dei dati sulle emissioni. All'epoca Renault aveva annunciato di voler "cooperare pienamente con i lavori della Commissione tecnica indipendente, che ha come obiettivo di verificare che i costruttori francesi non hanno equipaggiato i propri veicoli con software" per il controllo delle emissioni. Nel novembre scorso poi la Dgccrf aveva poi deciso di sottoporre alla procura di Nanterre i risultati delle sue indagini sui motori diesel Renault. Lo sviluppo odierno sembra suggerire che gli elementi emersi avrebbero un fondamento tale da motivare un supplemento di indagine.