Roma, 6 feb. (AdnKronos) - I Comuni si dividono sull'opportunità di 'rottamare' le cartelle per non far pagare ai cittadini sanzioni e interessi di mora. Per quelli che si avvalgono di Equitalia la rottamazione è di default, per gli altri, che avevano già individuato metodi diversi per la riscossione coattiva dando l'addio ad Equitalia, era prevista la possibilità di aderire attraverso l'approvazione, entro l'1 febbraio scorso, di una delibera del consiglio comunale. A quanto risulta all'AdnKronos da una prima rilevazione condotta dagli uffici Anci-Ifel, i Comuni capoluoghi di provincia si spaccano a metà con una leggerissima prevalenza di quelli che hanno deciso di non aderire alla definizione agevolata. Alla rilevazione hanno risposto al momento 89 Comuni capoluogo di provincia. Di questi 35 non sono toccati dall'operazione perché, aderendo ad Equitalia, la rottamazione delle cartelle è per loro già prevista dalla manovra. Riguardo ai restanti 54 capoluoghi al centro dell'indagine, 28 non hanno aderito alla definizione agevolata, 26 invece hanno detto 'sì' alla rottamazione. I 28 capoluoghi 'contrari' sono soprattutto al Nord (15), 8 al Sud e nelle Isole, 5 al Centro. I 26 Comuni che hanno aderito sono: 13 al Nord, 8 al Sud e nelle Isole, 5 al Centro. "Innanzitutto - osserva all'Adnkronos Andrea Ferri, responsabile Area Finanza locale di Anci - c'è un 30-40% di città capoluogo che non è toccato dall'operazione perché procede alla riscossione coattiva tramite ruolo e pertanto la definizione agevolata è prevista di default". "Tra i restanti Comuni ci sono situazioni diverse - prosegue - chi fa la delibera per il sì, chi non fa la delibera e addirittura chi la fa di diniego proprio per sottolineare che non intende aderire". Secondo Ferri però i motivi che hanno spinto i Comuni a 'bocciare' la rottamazione delle cartelle sono assai differenti. C'è chi lo ha fatto per scelta, ritenendo "non fosse giusto dare questa opportunità rispetto ai cittadini che invece hanno pagato" ma anche chi, essendo uscito da poco da Equitalia, "non ha maturato un insoluto importante" e dunque non ha molte ingiunzioni su cui incidere. E se si depura il dato proprio da questi ultimi, secondo l'esperto, si ha sostanzialmente "una parità" tra quelli che hanno aderito e quelli che non hanno aderito alla rottamazione. "L'altra metà dei Comuni che ha aderito - spiega Ferri - ha scelto di cogliere l'occasione di rottamazione per evitare di portare avanti partite pregresse che vanno in contenzioso. Ha deciso di usare questa opportunità nella chiave di migliorare i rapporti tributari". Le motivazioni che insomma hanno guidato i Comuni nella scelta sono assai variegate. Anci ha chiesto il rinvio della scadenza per decidere o meno se aderire: "Noi abbiamo chiesto la proroga dei termini per consentire ai comuni una valutazioni più ponderata", continua Ferri. E anche se la data dell'1 febbraio è superata, secondo il responsabile Area Finanza locale di Anci "i margini per la proroga ci sono ancora".