Prato, difensore Prof: "Non si sente in colpa"
Prato, 13 mar. (Adnkronos) - di Silvia Mancinelli
"Ho sentito la mia assistita dieci minuti fa. Sollevata certo, come detto, dopo aver chiarito la sua versione con il pm, è però preoccupata per l'onda mediatica che ha travolto lei e la sua famiglia. Chiede riservatezza e soprattutto di mantenere l'anonimato per far vivere tranquilli i suoi due figli". Così, all’Adnkronos, Mattia Alfano, avvocato della 35enne, indagata per atti sessuali con un minorenne.
Non è stata riascoltata e ha ripreso la sua vita al solito, tra il lavoro suo, quello del marito sempre accanto a lei e la scuola della primogenita di 7 anni. "Non si sente in colpa - sottolinea il legale della donna -, anche perché questo presupporrebbe un esito del dna che è tuttora secretato. Quanto alla chat non l’ho letta perché, quando ho preso l’incarico, il cellulare della mia assistita era già stato sequestrato, venerdì scorso".
E' apparsa impassibile l'operatrice sanitaria di 31 anni ai poliziotti della Squadra Mobile davanti ai quali venerdì scorso si è presentata per la notifica del decreto di perquisizione. "Una persona normale, incensurata, con una dichiarazione dei redditi altalenante e un lavoro svolto per lo più privatamente", emerge da fonti investigative. Proprio come le lezioni di inglese che si era offerta di dare al figlio della donna conosciuta in palestra e che oggi si ritrova nonna. L'infermiera, professoressa nel tempo libero, ai poliziotti non ha detto molto. D'altronde lo aveva già fatto per messaggio con l'"allievo" che, allora 14enne, si è poi rivelato il padre biologico del bambino che oggi ha 5 mesi. La donna, unica ad oggi a essere indagata, ha un'altra figlia di 7 anni.