Missione Usa per Salvini
Washington, 17 giu. (Adnkronos) - di Cristiano Fantauzzi
Il vice premier Matteo Salvini arriva nella capitale Usa e a tambur battente mette in piedi (quando in Italia è notte fonda) una photo opportunity, nella residenza dell'ambasciatore Armando Verricchio. E la suggestiva Villa Firenze offre così il proscenio per ricapitolare i temi degli incontri istituzionali di oggi con il vice presidente Mike Pence alla Casa Bianca e con il Segretario di Stato Mike Pompeo.
Un ripasso generale per tutti, su Ue, Cina, Iran, fisco italiano; e la linea è chiara: sostegno pieno ai valori degli Usa come incarnati da Donald Trump e nello stesso tempo un avvertimento, dall'altra sponda dell'oceano, alle istituzioni di Bruxelles: "L'Italia - ha detto - non si accontenta più delle briciole", "i soldi per la flat tax si devono trovare, al massimo rimodulando le modalità" ma in ogni caso "l'asse Berlino-Parigi-Bruxelles" non pensi di trattare l'Italia come la Grecia: "Hanno ammazzato un popolo -attacca- spalancando le porte ai cinesi, ma l'Italia non è la Grecia".
Piena concordanza di vedute con l'amministrazione Usa sui rapporti con la Cina: "Il business non è tutto, può diventare una gabbia e sulla sicurezza non si transige"' rimarca il vice premier che non molla di un centimetro nemmeno sull'Iran: "Non ha diritto di parola uno Stato che vorrebbe cancellare Israele dalla faccia della terra". Diverso il discorso per la Russia di Putin: "Sarebbe un errore strategico -avverte- allontanarla dall'Occidente per lasciarla all'abbraccio della Cina".
Ma è l'unica dissonanza rispetto all'alleato storico dell'Italia repubblicana, rispetto al quale Salvini sottolinea l'ambizione di tornare a essere "il primo partner in Europa della più grande democrazia del mondo non solo in termini economici e commerciali ma di comune visione del mondo e di valori". Quasi a sottolineare simbolicamente questo legame, dopo l'incontro con Pompeo e prima di vedere Pence, stamattina il vice premier renderà omaggio al cimitero di Arlington ai militari americani caduti in tutte le guerre.
"Con l'amministrazione Usa abbiamo una visione comune su Iran, Libia, Medioriente, diritto di Israele ad esistere, Venezuela, e verso la pre-potenza cinese verso l'Europa e l'Africa. In questo quadro, mentre altri Paesi europei hanno scelto una strada diversa, l'Italia è il più solido e coerente alleato degli Usa", ha quindi sottolineato il vicepremier ai giornalisti nella residenza dell'ambasciatore italiano Armando Varricchio, dopo l'incontro con il segretario di Stato Mike Pompeo.
Sulla Via della Seta, ha precisato, "business is business ma fino ad un certo punto: quando c'è di mezzo la sicurezza, nazionale ci si deve fermare. Anche perché la sicurezza delle telecomunicazioni vale più di ogni convenienza economica". Quanto al Venezuela, "per me da tempo si sarebbe dovuto riconoscere Guaidò" al posto "del criminale dittatore Maduro". Infine, la Libia: "Siamo convinti che ci voglia una soluzione in cui non ci siano un vincitore è uno sconfitto. Al tavolo devono starci tutti, e l'intervento di Haftar non è stato risolutivo, come pensava la Francia...". Gli F35? "Gli accordi sottoscritti non si possono rimangiare", Lo ha detto ancora.