"Made in Italy determinante nelle scelte di acquisto per oltre il 50%" Roma, 23 mar. (Adnkronos) - Gli italiani sono disposti a investire in un veicolo più ecologico ma con un costo maggiore per contribuire alla sostenibilità ambientale, soprattutto i più giovani. Secondo quanto emerge dall’indagine realizzata dall’Istituto Piepoli per l’Unione per la Difesa dei Consumatori (Udicon), infatti, il 65% degli intervistati sarebbe disponibile ad acquistare un veicolo a basse emissioni. Una percentuale che aumenta (73%) se si considera la fascia di età 18-34 anni, a fronte del 68% tra i 35-54 anni e il 57% dai 55 anni in su. Quando pensano alla mobilità sostenibile, gli italiani pongono maggiore attenzione all’implementazione del servizio pubblico (38%), all’aumento dei mezzi alternativi alle auto come biciclette e monopattini (24%), al passaggio dall’auto tradizionale a quella elettrica (23%) e infine ai servizi di car sharing (5%). L'indagine è stata presentata nell'ambito della quarta Assemblea Nazionale dell’U.Di.Con. – Unione per la Difesa dei Consumatori –“Next Generation Consumers" a Roma presso il Lifestyle Hotel. Per quasi la metà degli intervistati, essere un consumatore sostenibile significa soprattutto ridurre i propri consumi (47%), boicottare i prodotti delle aziende che non rispettano l’ambiente (15%), non acquistare prodotti usa e getta (13%) ma privilegiare quelli biologici (13%) o usati (6%) e condividere i servizi con altri (7%). Una quota importante indica il “made in Italy” come elemento determinante nelle proprie scelte di acquisto (51%). A parità di qualità-prezzo, tra gli altri fattori che influenzano le scelte del consumatore ci sono l’impatto della produzione sull’ambiente (25%), l’impegno sociale impiegato dall’azienda su progetti ambientali e di sostenibilità (17%) e la composizione dell’imballaggio (7%). Infine, secondo gli italiani, i settori che più necessitano di essere inclusi nel processo di transizione digitale sono la pubblica amministrazione (45%) e la sanità (44%), seguiti dalle telecomunicazioni (6%) e la cultura (5%).